Usare la punteggiatura correttamente ti rende autorevole - Growell
15983
post-template-default,single,single-post,postid-15983,single-format-standard,cookies-not-set,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-theme-ver-9.5,wpb-js-composer js-comp-ver-4.12,vc_responsive

Usare la punteggiatura correttamente ti rende autorevole

Usare la punteggiatura correttamente ti rende autorevole

Usare la punteggiatura correttamente ti rende autorevole

La punteggiatura permette di scandire il testo riproducendo le intonazioni espressive del parlato. Ci sono alcune regole fondamentali da rispettare, ma per il resto può essere usata liberamente in quanto fa parte dello stile di chi scrive. Usando correttamente la punteggiatura, anche scrivendo articoli destinati al web, acquisirai una maggiore autorevolezza.

Virgola

Indica una pausa breve. In genere si usa:

1. per separare gli elementi di un elenco: pennello, tavolozza, colori a tempera e il quadro è fatto! Prima dell’ultimo elemento si mette la congiunzione e;
2. prima o dopo un sostantivo che ne determina un altro caratterizzandolo (detto apposizione): Mario Bianchi, professore;
3. quando si interpella qualcuno: Alessandro, chiudi la porta;
4. per separare una frase da una coordinata introdotta da ma, però, tuttavia: oggi piove, ma non fa freddo;
5. per separare una frase principale da una subordinata introdotta da poiché, anche se ecc.: devo uscire per fare la spesa, anche se non ne ho voglia.

La virgola non deve mai essere usata per separare elementi della frase che sono uniti da un punto di vista logico come soggetto, verbo e complemento oggetto: Adriano, la sera guarda il telegiornale (è errato); Adriano la sera guarda, il telegiornale (è errato).

Punto

Il punto segnala una pausa lunga o un’interruzione netta, quindi si mette alla fine di una frase o di un periodo. Se la frase dopo il punto presenta uno stacco netto, si va a capo e si inizia un nuovo capoverso. Dopo il punto si usa sempre l’iniziale maiuscola.
Il punto si usa anche nelle abbreviazioni: es. = esempio; ecc. = eccetera; dott. dottore.

Punto e virgola

Il punto e virgola indica una pausa più lunga della virgola e meno forte del punto fermo: il punto fermo va generalmente fuori dalle virgolette, anche se all’interno c’è già un punto interrogativo, esclamativo o i puntini di sospensione; va invece all’interno delle virgolette quando la citazione o il discorso diretto non è introdotto dai due punti.

Due punti

I due punti indicano una pausa breve e segnalano che quanto segue è una spiegazione di ciò che è stato detto prima. Introducono un elenco, un esempio, un discorso diretto, una citazione e una spiegazione.

Punto interrogativo ed esclamativo

Il punto interrogativo segnala una pausa forte e indica che la frase è una domanda diretta: come si aggiorna un sistema operativo?
Il punto esclamativo indica una pausa forte e permette di esprimere stupore o anche dolore: ma stai benissimo!
Sono entrambi seguiti dall’iniziale maiuscola, ma se c’è una sequenza di domande ed esclamazioni, per evidenziare la rapidità con cui si susseguono possono essere seguiti dall’iniziale minuscola: hai preso le chiavi? c’è la benzina nella macchina? hai preso l’ombrello? non correre! allaccia la cintura! lascia perdere il cellulare!

Puntini di sospensione

Segnalano che il discorso rimane in sospeso per imbarazzo, per fare un’allusione, per cambiare discorso o perché si reputa che chi legge è in grado di intuire quali sono le parole omesse. Si usano nel numero fisso di tre: come faccio a dirglielo
I puntini di sospensione messi fra parentesi quadre […] indicano che all’interno di una citazione parte del testo è stata omessa.

Trattino, lineetta e parentesi tonde

Il trattino (-) si usa per accostare due parole che, pur essendo unite, non formano un composto stabile: tunnel spazio-temporale, uomini-rana;
in prefissi o prefissoidi che formano dei composti occasionali, quindi non un’unica parola: socio-economico; come segno di a capo nei testi a stampa;
per indicare un intervallo numerico o temporale: scriva un articolo di 30-40 battute; potrà ritirare il documento fra 15-20 giorni.
Prima e dopo il trattino non vanno messi gli spazi.
La lineetta (—) si usa alcune volte per introdurre il discorso diretto, al posto delle virgolette, quando si alternano delle battute di dialogo:
Come stai? — Gli chiese la madre.
Bene, grazierispose Gianni.
Può essere usata anche per delimitare un inciso, al posto delle virgole e delle parentesi tonde: se non fai il bravo e metti a posto tutti i giochinon ti faccio vedere i cartoni.
Prima e dopo la lineetta va messo uno spazio.
Le parentesi tonde si usano per delimitare un inciso, ossia parole o frasi che servono a commentare, spiegare ciò che è stato detto prima, ma che si possono anche omettere perché non sono fondamentali per comprendere il testo. Si usano anche per specificare l’autore di una citazione: “La semplicità è cosa rarissima ai nostri tempi” (Ovidio).

Virgolette

Le virgolette possono essere: basse (« »), alte (“ ”) e singole (‘ ’).

a) Si scrivono tra virgolette basse:
i discorsi diretti
le testate di periodici e le collane.

b) Si scrivono tra virgolette alte:
le parti pensate quando vanno distinte dal discorso diretto (es. “Sto facendo tardipensò Luigi tra sé e sé, mentre intanto le diceva: «Resta, parliamo ancora»);
le parole usate in senso ironico o che non corrispondono al loro significato letterale (es. ipoveri statunitensi possiedono soltanto un’automobile ciascuno);
i termini che esprimono un concetto particolare (es. il concetto diinconscio”, l’idea delbello”);
le parole di uso comune alle quali si vuole dare rilievo (da usare con moderazione);
le parole alle quali ci si riferisce in quanto tali (es. nel testo compare due volte la parolacomunicazione”);
le espressioni figurate o gergali (es. menùalla carta”);
i titoli di: libri (italiani o stranieri), articoli di giornale e di rivista, brani poetici, racconti, opere d’arte, brani musicali, film, trasmissioni radiofoniche e televisive;
le testate dei quotidiani (“la Repubblica”, mentre i periodici vanno tra virgolette basse: «L’Espresso»); i titoli di capitoli o parti di libri citati (es. nel capitoloIl Congresso di Viennaparleremo di…); i titoli di convegni, conferenze;
le denominazioni aggiunte ad associazioni, istituti ecc. (es. il Centro CulturaleElsa Morante” ma: lAccademia della Crusca).

c) Le virgolette semplici (anche dette apici) si usano di rado e servono a indicare il significato di una parola, di una frase o per delimitare una citazione all’interno di un discorso già tra apici doppi.

Conclusioni

Queste nozioni dovrebbero far parte del bagaglio culturale relativo alla formazione di ogni individuo che abbia frequentato almeno le scuole dell’obbligo. Eppure, per quanto possa sembrare incredibile, i dubbi più elementari sono una costante per una grossa fetta della società, classe dirigente compresa.

Se ti occorre l’editing di un testo, che sia la brochure istituzionale, il sito web o una qualsiasi comunicazione scritta inerente la tua attività, non esitare a contattarci.

2 Commenti
  • Giovanni
    Inviato alle 15:37h, 31 Luglio Rispondi

    Credo che debba essere approfondito l’eventuale uso della “doppia punteggiatura” nei dialoghi.
    Ad esempio, i puntini di sospensione, quando possono prevedere, la combinazione col punto interrogativo o esclamativo?

    A: “a…?”
    oppure
    A: “a?…”
    e se nell’ultimo caso si può, all’evenienza, far seguire la virgola o il punto e virgola..

    • Marilena Giovinazzi
      Inviato alle 16:08h, 10 Ottobre Rispondi

      Giovannni i puntini di sospensione non vanno MAI associati ad altri segni di interpunzione.

Scrivi un commento